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30  Lives!
( 2009 )


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28.07.2010, Avegno

Mandolin’ Brothers, R&B Explosion

Il funambolico Gordon Beadle


Mercoledì è stata la volta della R&B Explosion di Sax Gordon, ma soprattutto è da segnalare il gradito ritorno dei Mandolin’ Brothers, uno dei più longevi e preparati gruppi italiani, dal suono Roots molto vicino a gruppi quali The Band e Little Feat. Sulla scena da 30 anni il gruppo di Jimmy Ragazzon (voce e armonica) e Paolo Canevari (slide guitar) ha confermato la classe e la grande voglia di suonare e sognare ("Still Got Dreams"). Accanto ad altri interessanti brani originali ("Bombay Skyline"), che spaziano dallo swamp rock alle ballate cantautorali, da segnalare pietre miliari quali "Iko iko" ("the much - covered song of New Orleans"), "Copperhead Road" e "Like a Rolling Stone". Uno splendido concerto e un gruppo da rivivere in futuro. Senza grosse sorprese il concerto del quartetto del funambolico Gordon Beadle, costituito da altri validi musicisti quali Alex Schultz (chitarra) e Raphael Wressnig (Hammond). Rhythm’n’blues a mille, con i tipici siparietti richiesti da questo genere ibrido, che non ha la forza viscerale del blues o l’anima del soul e alla lunga appare ripetitivo. È la sensazione che ha pervaso dopo circa un’ora anche la piazza di Avegno con diversi spettatori piuttosto "distratti".

Mandolin’ Brothers

Uno dei gruppi più longevi e più attivi sulla scena italiana. Con 5 dischi ( perlopiù con composizioni originali) la loro storia è ben documentata. Hanno raggiunto un livello musicale molto elevato, mantenendo negli anni il loro stile molto particolare, senza per questo svilupparlo ulteriormente, arricchendolo sempre di nuove sonorità.

R&B Explosion

Dietro il nome del gruppo si cela nientemeno che Sax Gordon Beadle. Il derviscio del sassofono ci riprova e questa volta ha costituito un quartetto straordinario. Senza esagerare si può parlare di una Allstar, inedita finora. Il sassofonista più rock del presente si è riunito con altri tre grandi. Una vera fortuna poter ammirare questo supergruppo al Magic Blues. I quattro trasformeranno la piazza di Avegno in una vera bolgia incandescente.

Vallemaggia Magic Blues
c/o Vallemaggia Turismo
CH-6673 Maggia

T. +41 91 753 18 85
F. +41 91 753 22 12
E. info@magicblues.ch









tratto da:   zambosplace.blogspot.com

lunedì 30 agosto 2010

by  M a u r o    Z a m b e l l i n i





Zambos-Place (37K)





25 Southern Songs (vol. 1)

Down South Jukin’ : Lynyrd Skynyrd
Call Me The Breeze : Lynyrd Skynyrd
That Smell : Lynyrd Skynyrd
Midnight Rider : Gregg Allman
The Devil Went Down to Georgia : Charlie Daniels Band
Spooky : Atlanta Rhythm Section
Blue Sky : Allman Bros Band
Southbound : Allman Bros Band
Jessica : Allman Bros Band
Bougainvillea : Dickey Betts and Great Southern
Can You See : Marshall Tucker Band
This Ol’Cowboy : Marshall Tucker Band
Dixie Chicken : Little Feat / featuring Mandolin’ Brothers
Hot Nights In Georgia : Jason and The Scorchers
Hotel Illness : Black Crowes
Wiser Time : Black Crowes
All Over But The Cryin’ : Georgia Satellites
Drive South : John Hiatt
Angry Southern : Gentlemen Terrell
The Day John Henry Died : Drive By Truckers
Easy Money : Todd Snider
Shake Em On Down : North Mississippi Allstar
Sweet Virginia : Rolling Stones








Marzo 2010

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Novembre 2009
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Mandolin’ Brothers
Trent’anni di amicizia e musica vissuta insieme sui palchi: i Mandolin’ Brothers festeggiano l’avvenimento con un disco dal vivo - 30 Lives! - di grande calore, che dimostra la forza del loro repertorio e la capacità di ripercorrere le strade dove si incrociano rock, blues e poesia..


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inserito 30/11/2009
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Mandolin’ Brothers
30 Lives!
[Studiottanta Fortuna records  2009]

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Stipati in un locale, Spaziomusica, che è una piccola oasi di resistenza e civiltà musicale, il 25 aprile di quest’anno abbiamo assistito ad un trentennale che non prevedeva guest stars e lustrini, sono una passione incredibile la cui perseveranza è; già un autentico miracolo. C’ero fra quelle scomode sedie (ma che fanno tanto rock’n’roll) a seguire il lungo percorso dei Mandolin’ Brothers. E allora queste poche righe sembreranno fin troppo "compromesse", così vicine sentimentalmente a quello show da non risultare credibili: lasciatemi dire invece che 30 Lives! suona dannatamente bene, una sorpresa anche per chi lo ha potuto ascoltare in diretta. È un live caldissimo (e i complimenti si estendono alla registrazione e produzione curata da Massimo Visentin) che cattura sfumature persino sfuggite di primo acchito, un autentico "Mardi Gras" di radici e rock’n’roll dove le chitarre di Ry Cooder (sentitevi l’introduzine magica di Paolo Canevari in Dark Was the Night), gli spirti di Lowell George (Dixie Chicken nel finale, che sfuma in Troubles No More e così abbiamo percorso tutto il Sud), i "viaggi" di David Crosby (dieci minuti entusiasmanti per Almost Cut My Hair) ma soprattutto le canzoni dei Mandolin’ Brothers ottengono giustizia. La stessa che mi fa dire che questi ragazzi un pò cresciuti sono a conti fatti la migliore roots’n’roll band che si possa trovare nella nostra provincia, quest’ultima in fondo nemmeno così tanto diversa da quella americana di cui andiamo ciarlando da sempre. E poi bastano e avanzano le loro canzoni, che hanno una dignità (e un suono, a tratti trascinante) per nulla inferiore ai più fortunati (per ragioni geografiche e di mito) cugini americani: provate con Still Got Dreams, che è un simbolo fin dal titolo ai loro trent’anni di vita musicale, o meglio ancora con Went to see the Poet (dedica a Dylan, e chi altrimenti) e la splendida Scarlet, per arrivare al saltellante honky tonk blues di Saigon (e una menzione di merito al piano e organo di Riccardo Maccabruni ci sta tutta) che introduce a dovere la sarabanda in stile New Orleans a chiusura di serata (da Iko Iko alla citata Dixie Chicken). Una prova di affetto, di dedizione e soprattutto di un gusto fuori del comune. Al prossimo compleanno, Mandolin’ Brothers!
(Fabio Cerbone)


30 Lives!

(dall’introduzione contenuta nel cd)

A cura di Marco Denti

Pensavo a una serie di sogni, dove volano il tempo e il ritmo e non c’è uscita in nessuna direzione, tranne quella che con gli occhi non si vede. (Bob Dylan)


E’ chiaro fin dalle prime note che i Mandolin’ Brothers si sono schierati sul palco pronti a tutto, ma vorrebbero essere altrove. Il trucco lo conoscono bene. Quando riecheggia Dark Was The Night Cold Was The Ground ormai soltanto Paolo Canevari e Jimmy Ragazzon e Peter Guralnick pensano a Blind Willie Johnson. Tutti gli altri, quelli che erano a Spaziomusica e quelli che la sentiranno qui, partiranno subito per Paris, Texas. I Mandolin’ Brothers, che sono on the road da trent’anni, sanno che è un biglietto di sola andata. Per cui potete prendere un Midnite Plane per andare a vedere lo skyline di Bombay, volare a Saigon, o a Paris, France sull’onda delle tastiere e della fisarmonica di Riccardo Maccabruni o infilarvi in una Copperhead Road (fatte attenzione ai crotali), ma prima di tutto dovete decidere, scegliere dove andare e da che parte stare, vi dovete muovere, You Gotta Move e qui i Mandolin’ Brothers fanno arrivare il blues, i Rolling Stones, Andy Warhol e mille altri di quei sogni che solo il rock’n’roll può regalare. Anche se non è che un concerto possa farvi dimenticare i guai di un mondo guasto, e ci vuole coraggio a cantare Almost Cut My Hair, che per inciso (anche grazie alle chitarre di Bruno De Faveri) suona ancora più ribelle oggi di allora, e Carton Box (con il basso di Joe Barreca che vi trascinerà nelle viscere della terra) perchè tutti i giornali e le televisioni hanno fatto vedere gli scatoloni dei manager in fuga dalla crisi e dai disastri che loro stessi hanno combinato, ma non spendono mai una parola per chi in quei cartoni ci passa una vita. Si capisce allora che David Crosby, Steve Earle o Ry Cooder non sono soltanto i cardini del concerto, ma tappe di un percorso, frammenti di un ritratto, spiriti affini, parti di un mondo che i Mandolin’ Brothers e tutti quanti a Spaziomusica e chiunque si nutre di rock’n’roll crea e ricrea ogni giorno e ogni notte, un identikit la cui forma diventa chiara solo dopo anni & anni & anni: sì, il tempo è dalla nostra parte perchè il tempo si ferma solo se non si fermano i sogni e qui dentro di sogni ce ne sono ancora, ma anche sui sogni i Mandolin’ Brothers non scherzano perchè uno può sognare di vincere la lotteria o di diventare presidente della repubblica (auguri), ma sognare di vivere dentro Waiting For Columbus è qualcosa di così raffinato e originale che non ci si accorge nemmeno che è un sogno perchè Dixie Chicken la stanno suonando sul serio dopo che la batteria di Daniele Negro ha cominciato Iko Iko come se Pavia, Londra, Los Angeles, New Orleans e Paris, Texas dove tutto è cominciato, fossero sullo stesso parallelo, una linea (rossa e bollente) che collega tutti i punti di una geografia che abbiamo in testa e ne fa un luogo dove si vive un pò meglio. Attenzione, però, con i Mandolin’ Brothers si viaggia, come direbbe Sam Shepard, "da un posto a un altro. Ma è nel mezzo che c’è l’azione". Ecco, qui dentro l’azione, dalla prima nota della slide all’ultima parola di Muddy Waters, non è tanto quella di una rock’n’roll band che suona (alla grande, peraltro), ma quella di una rock’n’roll band che continua a sognare. Non gli si può sfuggire. Still Got Dreams. I sogni invocano responsabilità. Alzate il volume. Chiudete gli occhi. Buon viaggio.

Marco Denti, Lodi, Settembre 2009

www.mandolinbrothersband.com
www.myspace.com/mandolinbrothersband






Novembre 2009

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gennaio 2010
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Mandolin’ Brothers - 30 Lives


ROOTSVILLE CD REVIEW                                    i n   l i n g u a   o r i g i n a l e
Euro Americana Chart Reporter
March 2010

Er valt heel wat te zeggen bij deze liveplaat van de Italiaanse Mandolin’ Brothers. Niet alleen is het behoorlijk ongebruikelijk dat we hier muziek te horen krijgen van Italiaanse bluesbands, maar als ’t dan al eens zover is, dan ergeren we ons nogal vaak aan de eerder schabouwelijke uitspraak van het Engels (zo’n beetje het Joe Dolce-syndroom van "Shadappe you face") en aan het epigonisme dat Italiaanse bands al te vaak tentoon spreiden. Niks van dat alles hier: het door de wol geverfde zestal draait al mee sinds 1985 (!!) en heeft, dat is er aan te horen, bijzonder veel live gespeeld. Op deze live doen ze een pak nummers uit hun jongste studio-cd (Still Got Dreams), aangevuld met enkele bijzonder fijne covers en wat valt daarbij op? Om te beginnen valt, primo, op dat de plaat in Pavia opgenomen is en dat er dus Italiaans gesproken wordt bij de bindteksten. Dat valt des te meer op, omdat het Engels van zanger Jimmy Ragazzon misschien niet helemaal vlekkeloos is, maar alleszins zo goed als vrij van accent is.

Opvallend secundo: de ongelooflijk straffe instrumentenbeheersing: de gitaren huilen wanneer gewenst, de mondharmonica klinkt vies, vuil en wettig, de ritmetandem Joe Barreca/Daniele Negro bouwt een solide muur, waar de anderen zich moeiteloos staande kunnen tegen houden, de slide van Paolo Canevari lijkt bij momenten op het beste van Sonny Landreth en…opvallend tertio . . . de rol die weggelegd is voor de mandoline van Bruno de Faveri en de accordeons van Riccardo Maccabruni en Stefano Cattaneo. Dat laatste laat zich het best gevoelen in de stomende cover van Steve Earle’s Copperhead Road en in het afsluitende swampy trio (die Dixie Chicken zit er echt wel plat bovenop!) en het is precies dat wat deze plaat zo feestelijk en onweerstaanbaar maakt. Deze gasten kunnen een song tot de hunne maken (die bijna elf minuten Almost Cut My Hair!!!!), ze geven hem een klank mee die je niet gewend bent, maar die je wel een beetje platwalst. Ik heb ook de vorige studioplaat in huis, maar die is bij lange niet zo overtuigend als deze liveplaat van een bende, die, wat mij betreft, deze zomer nog de tocht naar het koude noorden mag maken en ons mag komen verblijden met hunbijzonder fijne mix van roots, blues, country en rock. OK, ik geef toe: deze gasten doen niet veel nieuws, maar wat is er verkeerd met een band die evengoed Crosby, Waters, Earle, George als Jagger in huis blijkt te hebben?
En toch . . . die mandoline . . . ’t is iets heel bijzonders bij deze gasten. U moest toch maar eens gaan luisteren, denk ik . . .
(Dani)

Dani Heyvaert

www.rootsville.be

Mandolin’ Brothers - 30 Lives


ROOTSVILLE CD REVIEW                                    t r a d u z i o n e
Euro Americana Chart Reporter
March 2010

There is a lot to say about this live album of the Italian Mandolin’ Brothers. It is quite unusual to hear Italian blues. As we can be quite often annoyed by the bad English pronunciation proposed by Italian bands singing in English, this is not the case - based on their live performances. They take many songs from their last studio CD (Still Got Dreams), supplemented with some very fine covers. First thing to say is that the live cd is recorded in Pavia and therefore whatever we hear in between songs is bind to be Italian. The reason for that could be perhaps that the English of the singer Jimmy Ragazzon is not entirely flawless, a thing that can be dismissed entirely when related to his singing - without any perceived accents.

Secondly, the incredible pain management tool: the guitars cry if desired, the harmonica sounds dirty, dirty and legitimate, the rhythm section of Joe Barreca / Daniele Negro builds a solid wall, where others can easily come to a complete stop, the slide of Paolo Canevari seems at times the best of Sonny Landreth . . . and thirdly, striking . . . the role that Bruno De Faveri’s mandolin play and the accordions of Riccardo Maccabruni and Stefano Cattaneo. The latter is best felt in the steamy cover of Steve Earle’s Copperhead Road and in the final trio Swampy (Dixie Chicken, which is a really top!) And this is exactly why this record is so festive and irresistible. These guys can take a song (almost eleven minutes Almost Cut My Hair !!!!) and make it theirs; giving it a sound that you are not used to. I have the previous studio album at home, but it is not as convincing as this live album. In my opinion, this band just may make the trip this summer to the cold north and may come and rejoice us with some fine mix of roots, blues, country and rock. OK, I admit, these guys are not proposing anything new, but what’s wrong with a band as good as Crosby, Waters, Earle, and George Jagger that comes close to your home? And yet . . . the mandolin . . . it’s something very special for these guys. You should go and listen to them, I think . . .
(Dani)

Dani Heyvaert

www.rootsville.be



gennaio 2010   


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rockrilla012010 (155K)



Novembre 2009

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Che bell’emozione aprire la cassetta della posta e, al posto delle bollette da pagare, trovare il nuovo CD dei Mandolin’ Brothers. Trent’anni di carriera celebrati con un CD live registrato allo Spazio Musica di Pavia. Sono sincero, dopo quel capolavoro italiano che è Still Got Dreams, temevo per questa uscita. E invece mi sono trovato con un lavoro di altissimo livello, ottimamente suonato che ti prende da subito. Cooder, Little Feat, Dylan, ma direi un pò tutta la musica americana è ospite in questo 30 lives. Dico ospite perchè i protagonisti assoluti sono loro, i Mandolin’ Brothers, con un sound personale ed una voglia di suonare che si percepisce benissimo. Jimmy canta con una voce che ti raschia le sinapsi, Paolo è uno di quei chitarristi che hanno capito che non serve fare mille note, ma ci vuole sentimento, la sezione ritmica di Daniele e Joe è una sicurezza, Bruno si alterna alle chitarre e al mandolino ricamando suoni che si integrano alla perfezione con il sound della band e, poi, c’è il giovane Riccardo che con Hammond, piano e fisarmonica dà al tutto quel suono da palude della Louisiana. Bisogna ascoltare assolutamente questo album che si apre con Muddy Waters e Paolo "Cooder" Canevari che prepara l’ingresso della band. 15 songs perfette con punte di assoluto livello in Still Got Dreams, che se l’avesse scritta Ligabue avrebbe venduto miglioni di copie, nelle finali Iko Iko e Dixie Chicken, passando per Stompin’ Blues, Almost Cut My Hair e una Copperhead Rd che sembra suonata dai Fairport Convention di Richard Thompson. Per chi non li avesse visti al Rootsway Festival un appuntamento da non perdere; per chi quelle sere era presente una testimonianza a ricordo di serate indimenticabili. Vi consiglio di venire qui nella nostra Bassa, prendere una di quelle strade che costeggiano il Po e mettere il CD a "manetta" e questi ragazzi (beh, parliamone.. .) vi porteranno in un viaggio "on the road" da brividi. Per chi volesse acquistare il CD visitate il loro sito alla pagina: http://www.mandolinbrothersband.com. Se dite che avete letto la recensione dal gruppo Rootsway riceverete in omaggio un capello del chitarrista. Buon ascolto!

Antonio Boschi



febbraio 2010

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MANDOLIN’ BROTHERS
"30 Lives!"
Studiottanta - Fortuna Records SFRC-CD029

Claudio Giuliani

Dalle terre di risaia e matrice di saperi eruditi tornano a farsi i pavesi Mandolin Brothers e per l’occasione veniamo a tracciare qualche riga per presentarvi questo loro nuovo ardimentoso dischetto.
I Mandolin’ Brothers vengono a proporci una testimonianza delle loro potenzialità live con la registrazione tratta dal loro concerto dello scorso 25 aprile tra le mura di "SpazioMusica", un autentico santuario per il rock-roots di valore.
Diciamo subito che si tratta di un dischetto colmo di consistenza, senza fronzoli e artifici: un'autentica sarabanda di ruspante rock’n’roll & radici, di cuori southern & slide, di sguardi honky tonk & rimandi bluesy . . .
I giovanotti mischiano brani autografi (che fanno la loro splendida figura) con covers che hanno segnato indelebilmente la memoria, tra queste spiccano un’ancestrale "Almost Cut My Hair" (from David Crosby) che supera i 10 minuti o gli umori acquitrinosi di "Dixie Chicken" (from Little Feat) che si dileguano in "Trobles No More". Tra i pezzi propri evidenziamo la bella "Went To See The Poet" (che, guardacaso, è dedicata a Mr. Dylan); la pregevole "Scarlet" e la valevole "Stll Got Dreams" che racchiude nelle proprie spire trent’anni di sogni, di strade & musica.
"30 Lives!": un cd che non ha nulla da invidiare (anzi!) rispetto a quelli di tanti titolati cugini d’oltreoceano ed è un beneficio per mente & cuore riuscire a venirne in possesso . . . cosa aspettate?

Claudio Giuliani

www.myspace.com/claudiogiuliani
CLAUDIO GIULIANI © 2010



gennaio 2010

Amadeus logo (3K)
. . . dalla rubrica :  "Fuoritema"
a cura di  R i c c a r d o   S a n t a n g e l o
riccardo@amadeusonline.net


Da Voghera agli States

I Mandolin’ Brothers hanno nell’essenzialità la loro forza, niente fronzoli, solo eccellente root rock blues. Quando il sestetto lombardo attacca la spina dell’amplificatore la festa è già cominciata; ed è stata veramente una celebrazione unica quella organizzata il 25 aprile 2009 allo Spaziomusica di Pavia per festeggiare il trentennale di questa discreta ma gloriosa band, che ci ha messo quasi lo stesso tempo per raccogliere gli allori che si merita, e che ha tutte le carte in regola per insegnare molto ad artisti più blasonati. Chi li conosce, sa benissimo che la forza eccezionale che sanno trasmettere la danno soprattutto nei concerti. Così hanno voluto racchiudere il vigore della performance del 25 nel disco 30 Lives! (il primo dal vivo e il terzo complessivamente). L’attacco è di quelli che non ti aspetti, ma in qualche modo ti spinge nell’atmosfera giusta: con Dark Was The Night di Blind Willie Johnson la pianura lombarda si sovrappone ai panorami sconfinati (e a volte desolati) del continente americano. Ma è solo il prologo, e di filato i Mandolin’ propongono il meglio del loro repertorio fatto di solid root songs (come in Still Got Dreams e Saigon) e alcuni omaggi ad autori d’oltreoceano (come Almost Cut My Hair di David Crosby, Copperhead Rd. di Steve Earle, Troubles No More di Muddy Waters). E proprio grazie a 30 Lives! la band di Voghera nel gennaio scorso ha trovato il modo di calcare, da protagonista, i palcoscenici statunitensi in storiche città del blues come Clarksdale, Memphis e Austin.
30 Lives!
Mandolin’ Brothers
Fortuna Records SFRC-CD029
distr. Venus



Aprile 2010

SUONOapr2010 (288K)



 L A   S T A M P A 
10 gennaio 2010 


STAMPA-10-Gennaio-2010 (276K)


Estratto dallo blog "The Red River Shore" di Paolo Vites
Saturday, December 26, 2009
I t a l i a n s

I Mandolin’ Brothers non li scopro certo io, visto che sono sulle scene da un bel trentennio. "30 Lives!" è un live che festeggia appunto il bell’anniversario: vibrazioni country-rock con la California dei 70s nei cuori per un disco registrato in modo eccellente. Quasi tutti brani originali più cover di lusso, come Almost Cut My Hair.

gamblin--ramblin.blogspot.com



Mandolin’ Brothers - 30 Lives
I vostri commenti

daniela bonadeo (30-11-2009)
Dopo averli scoperti con il precedente ottimo album "Still Got Dreams", con questo nuovo lavoro i Mandolin’ Brothers si confermano la miglior band di roots-rock italiana. Un live che non fa rimpiangere quelli più famosi d’oltreoceano, con una sapiente miscela di covers e brani originali.Dal Blues alle ballate passando per New Orleans, con testi mai banali ed una lead vocal da brividi. Consigliatissimo a tutti gli amanti del rock di classe, vero, sanguigno e vissuto.
Voto: 5 / 5

www.ibs.it